Intervento di Giovanni Dell'Olivo

Direttore della Fondazione Venezia

È con vero piacere che la Fondazione di Venezia, che qui rappresento, ospita questo convegno. La Fondazione di Venezia dialoga costantemente e con sempre maggiore impegno con le realtà dell’associazionismo culturale e sociale presenti sul nostro territorio, con l’obiettivo di sviluppare progettualità che rispondano alle esigenze della collettività, attraverso l’attivazione e il coinvolgimento, nell’interesse del territorio, della rete delle istituzioni pubbliche e private che la Fondazione stessa ha creato in questi anni.

Il tema dell’incontro di oggi è stimolante: tra la città e l’arte deve svilupparsi un rapporto sinergico in grado di sviluppare la creatività artistica, carattere identitario di Venezia che deve trovare nuovo radicamento e opportunità di sviluppo. I grandi eventi artistici “accadono” a Venezia: se la nostra città può essere accostata a Roma, Milano, Napoli per il numero e la qualità di eventi organizzati, Venezia si distingue per il livello di concentrazione raggiunto. Una situazione tanto più rischiosa in quanto lo spopolamento e il crescente affollamento turistico ne fanno una città priva di civitas.

Non c’è stata negli ultimi cinquant’anni alcuna possibilità di interrompere l’esodo che ha portato i Veneziani a essere cinquanta mila come non c’è stata alcuna possibilità di fermare il turismo che ha raggiunto numeri spaventosi e ancora in fase di conteggio: un flusso di venti- trenta milioni di presenze che non sembra sia possibile arginare. In questi anni non è stato possibile impedire l’esodo, come non è stato possibile limitare l’ingresso delle grandi masse turistiche. Non bloccheremo l’ingresso dei turisti con i tornelli, né impedendo alle grandi navi l’ingresso in Bacino di San Marco. Lo potremo fare se Venezia riuscirà a recuperare i suoi spazi restituendoli alla civitas veneziana.

Viviamo in un momento in cui la città, l’urbe, non è mai stata così in salute: guardatevi attorno, andate a vedere la mostra di Fulvio Roiter e la sua Venezia del 1978: era una Venezia molto vera, la Venezia dei piani terra, che, dall’ “Aqua granda” in poi, fino agli ultimi dieci anni, aveva subito un forte degrado architettonico e urbanistico. Oggi sono invece grandissimi gli interventi di recupero e valorizzazione, conclusi o in fase di completamento.

Il recupero della civitas rappresenta tuttavia il nodo centrale di questo impegno per la rivitalizzazione urbana: abitare Venezia, ripopolarla, restituirla ai suoi cittadini significa proporre un nuovo modello di sviluppo che deve passare attraverso la produzione culturale e l’offerta di servizi culturali, vale a dire la valorizzazione, in termini economici e sociali, di quella che, globalmente intesa, chiamiamo arte. Lascio ora spazio al convegno, auspicando lo sviluppo di iniziative artistiche e culturali strategiche per la città, agevolate anche dall’azione di PER Venezia Consapevole. Vi auguro dunque una buona giornata e un buon convegno. Grazie.