Romeo Altafini, Lo sguardodisciolto: Untitled 2122.

mostra di pittura
presentazione di Paolo Puppa

Vien voglia di tuffarsi dentro questi acquerelli, queste tele, questi cartoni. Nel tempo della grande siccità, le immagini di Romeo Altafini rinfrescano infatti l’aria intorno, colano una liquida pienezza, versano un magma felicemente caotico. Vorresti quasi abbeverarti a tanta grazia luminescente. Oculista affermato di giorno, pittore di notte, il nostro Romeo. Ma il dipingere sempre più negli anni in cui l’anagrafe si fa matura lo assorbe e lo inghiotte, tanto che il violon d’Ingres, ovvero il secondo mestiere, forse si adatta di più al medico che all’artista. Gli azzurri, i blu, gli arancio, i gialli, i verdi, i grigi, e compagnia cantante (la sinestesia, infatti, vuole i sensi e le arti incrociate, come l’immagine e il suono) si mescolano nella sua opera, si accoppiano in una sarabanda amorosa. La sensualità non emerge solo dalla loro simpatia, nell’etimo del termine, ma dalla mano del pittore che con gesto pollockiano sembra violentare la superficie. I cieli si increspano in alto e in basso i deserti srotolano e si dispiegano tra sabbie ardenti e ombre montane. Alle spalle di tutto ciò forse Klein, Rothko, un po’ di Kandinsky e di Poliakoff, così come i nostrani Tancredi e De Luigi, ma soprattutto la grande tradizione veneziana, dove il colore senza segno distintivo, a differenza della linea toscana, invade la scena. Ogni tanto compare qualche vela, o un accenno di luna silente, come nella poesia simbolista, la sagoma di un bragozzo che denuncia la nascita chioggiotta di Altafini. Intanto reticoli si sfrangiano in sgorbiature sublimi, e la sfocalizzazione del panorama complessivo si rivela vista migliorata, terzo occhio infallibile che completa la creazione del mondo.

La mostra rimane aperta fino al 29 ottobre.

SPAZIO ARTE E CULTURA
San Marco, Campo San Maurizio, 2758 - VENEZIA
Direttore Franco Avicolli

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